Ecuador: istituita la giornata dell’allegria e della solidarietà

“Promuovere i benefici di praticare i valori e i principi umani del rispetto, della gentilezza, dell’allegria, dell’onestà e della solidarietà”: secondo il vice-presidente ecuadoriano Lenin Moreno, è l’obiettivo della ‘Giornata nazionale dell’allegria e della solidarietà’, istituita annualmente per l’ultimo venerdì di Ottobre. In una cerimonia al Palazzo di Carondelet di Quito, sede della presidenza, Moreno, colpito da tetraplegia, ha incoraggiato gli ecuadoriani “a sfruttare i miracoli quotidiani che ci offre la vita, come il sorriso che è il migliore analgesico, rafforza il sistema immunitario e cura anche alcune malattie”; il buon umore, ha aggiunto, “è una parte esenziale dell’essere umano, un fattore per ottenere l’armonia”. L’iniziativa, sancita in un decreto, punta a migliorare le relazioni interpersonali creando occasioni di incontro e interscambio culturali; prevede anche un ‘programma permanente di formazione sui valori umani’ diretto in particolare agli amministratori statali.
Sembra interessante soprattutto l’unione di due grandi valori quali l’allegria e la solidarietà che in certe occasioni vengono presentati come alternativi.

Attualità sociale in Camerun

Le piogge sono finite e i sei mesi della “stagione secca” sono cominciati: il verde che ci aveva finora circondato sta lasciando molto velocemente lo spazio al grigio del secco e della polvere della sabbia del Sahara mischiato al colore rossastro della latterite delle piste della savana. E’ questo anche il periodo della raccolta: quest’anno sembra buona, là dove non è stata rovinata dalla troppa acqua o dalla mancanza di concime.

A livello sociale e civile, sia in città che nei villaggi e con modalità diverse, mi sembra di leggere segnali contrastanti (mentre la corruzione e l’arricchimento di pochi a discapito di ciò che dovrebbe essere patrimonio e denaro pubblico, è ancora denominatore comune che mina le basi della società). Da un lato mi sembra di vedere segnali di progresso, ma questi convivono insieme ad altri di segno opposto: ad esempio, sono arrivati per la prima volta in città con grande sorpresa di tutti e continuano il loro buon lavoro, vari camion per la raccolta della spazzatura e la Comunità Europea insieme allo Stato Camerunese ha finalmente sistemato in modo egregio l’unica strada asfaltata che da noi raggiunge l’estremo nord, ma tutto questo sta insieme alla pessima condizione delle poche strade asfaltate di Garoua che è sempre più quella di un “groviera lunare”, così come lo sono alcune delle principali piste della brousse (rendendo così difficile il commercio tra città e villaggi); l’informatica avanza e sempre più gente ci studia e ci lavora, ma se esci di pochi chilometri dalla città trovi la maggior parte della gente che (soprav-)vive di agricoltura e che per preparare il campo usa una piccola zappa, così come per irrigare i propri campi attende l’arrivo della pioggia, perché solo in pochi si sono attrezzati con una motopompa adatta all’irrigazione; i raccolti di quest’anno per la maggior parte sembrano essere buoni, ma molti di essi sono stati rovinati dall’aver seminato troppo presto/tardi rispetto alla pioggia o dalla violenza della pioggia stessa o dal fatto che non è stato dato il concime, perché il suo prezzo (distribuito da un’unica Società, la Sodecoton, che è anche la Società che fa lavorare la gente per coltivare il cotone) diventa sempre più esorbitante, così come stanno lievitando considerevolmente i prezzi dei generi di prima necessità; anche la sanità totalmente a carico del cittadino rallenta le famiglie nel dare una pronta e adeguata cura a chi è malato, anche se sempre più gente capisce l’importanza di farsi curare; e anche la mancanza di università si fa sentire pesantemente sui giovani e sulla società in questa parte del paese.

Tutto questo crea una situazione per così dire “precaria”, fragile, come se fossimo costantemente sotto una grande spada di Damocle che ci può cadere sulla testa da un momento all’altro e che può rovinare ciò che faticosamente si è costruito e si sta costruendo.

Dentro tutta questa realtà devo dire che sono contento di dare il mio povero contributo da prete che annuncia il Vangelo di Gesù, cercando di capire ciò che gli sta attorno e di dare una testimonianza il più possibile incarnata e per questo credibile.

Belle attività pastorali a Djamboutou

Domenica abbiamo concluso il “Lancement des activités des jeunes”, per intenderci la nostra “festa dell’oratorio” o meglio, l’apertura ufficiale delle attività parrocchiali per i giovani, visto che qui gli oratori non esistono: tre giorni belli, anche se un po’ faticosi per il “coadiutore” (…ma “Aumônier des jeunes” è più “solenne”!) che ormai non è più così “giovane”; ma è stato bello e insieme faticoso anche per il gruppo di giovani responsabili che hanno organizzato, vissuto e aiutato a vivere bene il tutto.

Questo ha permesso venerdì sera a tanti giovani della Parrocchia di apprezzare il film “Paul de Tars”, così come di offrire sabato mattina un pellegrinaggio a piedi verso la cappella di Pakete, un villaggio a 5 km. di distanza dalla città, con tre soste di meditazione a partire da un brano della lettera di san Paolo ai Galati. La stessa sera, un concerto di tre corali di giovani della nostra parrocchia e due danze etniche (quella dell’etnia Toupouri e quella dell’etnia Moundang) hanno tenuto alta la “tensione” della festa, che si è conclusa domenica mattina con una lunga (…non per colpa del celebrante!) messa parrocchiale, ben animata dai giovani stessi.

Su suggerimento del Papa, san Paolo sarà l’amico a cui chiederemo di darci una mano quest’anno nel nostro cammino alla sequela di Gesù. E’ per questo che: “Offrez à Dieu votre vie en sacrifice saint” (Rom. 12,1-2) è il tema che “legherà” e darà senso a tutte le attività che cercheremo di proporre attraverso la Pastorale dei giovani (in città e nei villaggi, con modalità diverse).

E’ stata anche una bellissima sorpresa quella che il Papa ci ha fatto nell’Angelus domenicale di annunciare che il suo primo viaggio apostolico in Africa farà tappa in Camerun nel marzo del prossimo anno (aggiungendo il provvidenziale: “a Dio piacendo”): non penso proprio che salirà fin dove siamo noi al Nord (anche perché il mese di marzo climaticamente è il mese più pesante da sopportare qui), ma visto che il programma non è ancora stato annunciato, possiamo sempre rimanere nella speranza di un’ulteriore sorpresa che sarebbe ancora più gradita!

don Alberto Dell’Acqua

Visita del Obispo de Tarazona a sus sacerdotes en China

Acabo de volver de un largo viaje a China. No ha sido un viaje de placer ni de estudio, sino un viaje de trabajo pastoral. El obispo ha ido a visitar a uno de sus curas, don Esteban Aranaz, misionero fidei donum de la diócesis de Tarazona desde hace seis años en la diócesis de Taipei-Taiwan. Cumplido el periodo de su contrato, este sacerdote ha sido nombrado rector de nuestro Seminario Diocesano de Tarazona, tarea a la que se incorporará dentro de pocas semanas.Image
“Id al mundo entero y anunciad el Evangelio”, es el mandato misionero de Jesús. La China es uno de los puntos más lejanos de nuestra geografía, y hasta allí llegó con todo su ardor misionero san Francisco Javier hace cinco siglos. ¡Qué grande es la tarea de los misioneros en todos los lugares de la tierra! Lo hemos recordado el pasado domingo del DOMUD. Los misioneros son una muchedumbre inmensa de hombres y mujeres, que habiendo encontrado en Jesucristo el tesoro de sus vidas, lo han dejado todo para hacer partícipes de ese tesoro a tantos otros hermanos que lo desconocen.
Entre esos misioneros que llenan las mejores páginas de la historia de la Iglesia, se encuentra el padre dominico Fernando Sainz, nacido en la ciudad de Tarazona, bautizado en la parroquia de nuestra Catedral, que fue el primer evangelizador de la parte sur de la isla de Taiwán, hace 150 años. En mi viaje a la China, me he encontrado con la grata sorpresa de que la Iglesia en Taiwán celebra durante este año el 150 aniversario de su evangelización. Y en esa preciosa hazaña un turiasonense fue protagonista.
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Sínodo de los Obispos: Mensaje al Pueblo de Dios

El Sínodo de los Obispos sobre la Palabra de Dios, que termina hoy día, presentó un Mensaje al Pueblo de Dios en el que invita a emprender un “viaje espiritual”. La misiva, redactada por el Arzobispo Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consejo de la Cultura y Presidente de la Comisión para la redacción del Mensaje, se desarrolla “en cuatro etapas” para descubrir, vivir y anunciar la Palabra.
El borrador del mensaje había sido presentado por Monseñor Ravasi en el aula el 18 de octubre. El texto suscitó acuerdo inmediatamente en dos puntos: es uno de los textos más bellos redactados por un Sínodo y es muy largo. Según el mismo Prelado explicó antes de leer la versión definitiva este viernes, en estos días ha recibido 52 mensajes de padres sinodales que le han pedido mantener la redacción del mensaje, con pequeños retoques.
A continuación le presentamos el Mensaje al Pueblo de Dios del Sínodo de los Obispos sobre la Palabra de Dios publicado este viernes y traducida y distribuida por la Secretaria General del Sínodo:ç
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Notizie da Huacho: Il lavoro di un laico missionario

Carissimi amici ed amiche,
in questa lettera non vi scrivo di me, ma di un’altra persona, che sta vivendo con me dal gennaio scorso (foto).
Si chiama Massimo Merli, 36 anni, di Velasca. (Vimercate, MI)
Molti di voi lo conoscono già, per altri sarà una novità sapere che la diocesi di Milano non invia solo sacerdoti, ma anche laici Fidei Donum.
Com’è la giornata di Massimo qui a Huacho? Evidentemente non c’è uno standard unico, perchè la vita è molto varia da queste parti.
In ogni caso comincia con le lodi e la messa e, dopo questa condivisione con il Signore che è proprio necessaria, di corsa al lavoro nelle comunità della nostra periferia.
Il progetto principale riguarda il doposcuola, con tre sedi da coordinare per dare ai ragazzi più svantaggiati ambienti dove essere assistiti nei loro progressi scolastici.
Inoltre Massimo si è inserito molto attivamente nella pastorale giovanile parrocchiale e diocesana, animando e organizzando incontri ed iniziative per e con i giovani.
Però come vi dicevo non mancano gli imprevisti, come ad esempio gli incendi che hanno devastato in questi mesi varie casupole di periferia: Massimo è stato in prima linea a prestare soccorsi e a coordinare gli apporti di varie istituzioni compreso il comune e la protezione civile.
All’inizio del mese gli ho chiesto: quando ti prendi qualche giorno di vacanza?
La risposta è stata: adesso non posso, perchè stiamo programmando una campagna per iscrivere nei registri pubblici bambini e giovani che non hanno documenti e quindi sono esclusi da tutti i servizi sociale ed educativi.
Detto-fatto: la campagna è in pieno svolgimento con la collaborazione piena dei giovani e del gruppo Caritas parrocchiale.
Chissà se in novembre ci sarà tempo per un po’ di riposo, mi domando in silenzio.
In ogni caso sono contento di percepire come lo Spirito di Dio soffia tra gli uomini di oggi in maniere così belle e comprensibili.

don Ambrogio Cortesi

La messa non è finita: inizia la missione

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 15 ottobre 2008 (ZENIT.org).- La Santa Sede ha approvato tre proposte alternative all’“Ite, missa est” (“Andate in pace”), il saluto finale della Messa.
I cambiamenti sono stati notificati ai partecipanti al dei Sinodo Vescovi dal Cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Le alternative sono state approvate da Papa Benedetto XVI in risposta a una richiesta presentata dal Sinodo del 2005 sull’Eucaristia, in cui erano state chieste formule che esprimessero il carattere missionario che deve seguire alla celebrazione eucaristica.
Secondo quanto ha reso noto il Cardinale nigeriano, il Papa ha chiesto che gli venissero presentati dei suggerimenti. La Congregazione vaticana ne ha ricevuti 72, con i quali ne ha redatti nove. Il Pontefice ne ha scelti tre.
Le tre formule alternative compaiono nella terza edizione “typica” (di riferimento) emendata del Messale Romano stampata la settimana scorsa, ha spiegato il porporato.
Queste tre formule sono.
– “Ite ad Evangelium Domini nuntiandum” (“Andate ad annunciare il Vangelo del Signore).
– “Ite in pace, glorificando vita vestra Dominum” (“Andate in pace, glorificando con la vostra vita il Signore”).
– “Ite in pace” (“Andate in pace”). Nel tempo pasquale si aggiunge “alleluia, alleluia”.
La formula latina “Ite missa est” non viene eliminata.

Buona Giornata Missionaria Mondiale

Guai a me se non predicassi il Vangelo” (1Cor 9,16) è il tema scelto dal Papa per questa giornata.

Queste parole di san Paolo aprono il nostro cuore e spingono il nostro sguardo a tutti voi che in ogni parte del mondo annunciate il Vangelo con la passione e la gioia del dono da condividere.
Un grazie per la vostra testimonianza che diventa per la nostra chiesa di Milano uno stimolo in più a vivere la missionarietà ad gentes come paradigma per la nostra pastorale ordinaria.
Saranno 21 i missionari partenti che riceveranno il crocifisso durante al veglia missionaria di cui 8 sacerdoti 9 suore e 4 laici. E’ il segno che la Chiesa di Milano vuole continuare a raccontare a ogni uomo che in Gesù è la nostra salvezza.
Vi invio un comunicato proveniente dall’Ufficio Nazionale per la Cooperazione tra le Chiese. Un invito a pregare e a condividere la sofferenza di tanti nostri fratelli e sorelle in Iraq, India e Repubblica Democratica del Congo.

… l’attività missionaria è risposta all’amore con cui Dio ci ama….” (Benedetto XVI)

A tutti

BUONA GIORNATA MISSIONARIA

Don Antonio Novazzi, Ufficio missionario, Diocesi di Milano