Suor Irene, missionaria della Consolata presto beata

Sabato 23 maggio 2015 a Nyeri, in Kenia, suor Irene Stefani, missionaria della Consolata, sarà proclamata beata.

Suor Irene aveva lavorato in Kenia e Tanzania, ma il miracolo che ha compiuto è avvenuto in Mozambico, a Nipepe, vicino a Maúa, la mia attuale missione. A Nipepe, durante la messa, all’alba del 10 gennaio 1989, si udirono gli spari con i quali iniziava l’assedio militare. Oltre alle persone già presenti si rifugiarono in chiesa per mettersi in salvo circa 260 persone che vi rimasero segregate, praticamente sotto sequestro, per oltre tre giorni, sotto la minaccia di uccisione. Tutti ebbero salva la vita, anche coloro che poi furono deportati in altre sedi militari. Durante l’assedio non ebbero altro modo di  abbeverarsi e rinfrescarsi, se non ricorrendo alla poca acqua del fonte battesimale che non si prosciugò mai. Il parroco, Padre Giuseppe Frizzi, missionario della Consolata e gli altri fedeli che erano con lui, presagendo il peggio, invocarono suor Irene e dal fonte battesimale sgorgò acqua sufficiente per tutti per più di tre giorni. Durante l’assedio nacque anche una bambina, che venne chiamata Irene. Tanti di loro sono ancora in vita e potete immaginare la loro felicità. La figlia di Irene si chiama Eukarestia.

Suor Dalmazia Colombo

Riccardo Muti festeggia i settant’anni andando in missione a cercare l’infinito con la sua musica

Giuseppe Verdi è stato il piatto forte dell’edizione 2011 delle “Vie dell’amicizia“, il ponte di fratellanza attraverso la musica del Ravenna festival che il 9 luglio ha fatto tappa a Nairobi in Kenya. Riccardo Muti, che ieri ha compiuto 70 anni, è volato nel cuore dell’Africa per rispondere alla chiamata dei missionari italiani, il medico dei masai Francesca Lipeti, e padre Renato Kizito Sesana.
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Un architetto mestrino in Kenia e la stabilità dei Fidei donum

L’architetto Stefano Battaglia ha visitato la missione della chiesa veneziana a Ol Moran, Kenia con la meta di realizzare il progetto di una chiesa parrocchiale per la comunità locale.
Un articolo di GVonline presenta le tappe della scelta di una chiesa a pianta ellittica, ispirata dalle capanne locali e ci informa della idea di stabilità che vuole rappresentare questo edificio per la nuova parrocchia.
«Costruire una chiesa – secondo il parroco di Ol Moran don Giacomo Basso – è anche un messaggio forte per dire che la parrocchia è strutturata e non si sposterà più. Vuol dire che non stiamo lì non sapendo se ci resteremo, come si temeva all’inizio, quando per gli scontri tribali pareva che la parrocchia si spegnesse appena esser stata creata. Questa chiesa è un segno di presenza, di stabilità».

Articolo completo: http://www.gvonline.it/public/articolo.php?id=5948

Anniversario del martirio di Suor Leonella Sgorbati: la sua biografia

Nata nel 1940 a Gazzola, in provincia di Piacenza, dove ha trascorso la giovinezza, è entrata nel 1963 nell’ordine delle Suore Missionarie della Consolata a Sanfrè, in provincia di Cuneo, dove ha preso i voti perpetui nel novembre 1972. Dopo aver frequentato la scuola infermieri nel Regno Unito (1966 – 1968), si è trasferita in Kenya nel settembre 1972, dove ha prestato servizio alternativamente al Consolata Hospital Mathari, Nyeri, e al Nazareth Hospital di Kiambu vicino a Nairobi. Nel 1983 suor Leonella cominciò gli studi superiori di scienze infermieristiche e nel 1985 divenne il più importante tutor della scuola infermieri incorporata al Nkubu Hospital, Meru.

Nel novembre 1993 è stata eletta superiore regionale delle Suore Missionarie della Consolata del Kenya, compito che ha svolto per sei anni. Dopo un anno sabbatico ha trascorso alcuni mesi all’ospedale di Mogadiscio, per studiare la possibilità di aprire una scuola infermieri nell’ospedale retto dall’organizzazione SOS Children’s Village. La scuola ha aperto nel 2002, con l’operato di suor Leonella. Le prime 34 infermiere si sono diplomate nel 2006, certificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, poiché la Somalia è priva di governo dal 1991.

Poiché Suor Leonella desiderava formare altri tutor per la scuola infermieri, ritornò in Kenya con tre nuove infermiere diplomate per iscriverle ad un corso della scuola medica. Al ritorno ebbe difficoltà ad ottenere un visto per il rientro a Mogadiscio, per le nuove regole previste dalle corti islamiche che ora controllano la città e i suoi dintorni. Rientrata a Mogadiscio il 13 settembre 2006, il 17 settembre è stata uccisa da un colpo di pistola all’esterno dell’ospedale pediatrico, assieme alla guardia del corpo. Probabilmente (ma non vi è certezza) l’omicidio è stato una rappresaglia per la lezione di papa Benedetto XVI a Ratisbona. I due assassini si erano nascosti dietro un taxi, da cui hanno sparato. La suora è stata trasportata al Pronto Soccorso, ma è morta poco dopo.

Kenia: rapite due religiose

Ci uniamo alla preghiera per Maria Teresa Olivero e Caterina Giraudo, rispettivamente di 61 e 67 anni due suore del Movimento contemplativo missionario Charles de Foucauld di Cuneo. Sono in Kenya da 35 anni e da 25 prestano la loro missione nella casa di fraternità di El Wak, zona colpita da una grave siccità da alcuni mesi.
Rapite il giorno di ieri dalla loro casa, sono state deportate nella vicina Somalia.
Attualmente si sono perse le loro tracce e le indagini sono sotto riserbo.
Ecco i dettagli riportati da varie fonti di informazione:
http://misna.org/news.asp?a=1&IDLingua=2&id=229798
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http://www.corriere.it/esteri/08_novembre_10/suore_italiane_rapite_suore_80e7b1fc-af19-11dd-bbcd-00144f02aabc.shtml
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http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/esteri/kenya-suore-rapite/kenya-suore-rapite/kenya-suore-rapite.html
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http://www.avvenire.it/Avvenire/Pages/articoloVetrina.aspx?IdArticolo=3caaa8ff-c0af-41e4-9e83-ef86cae90097