Comunione e missione nella CHRISTIFIDELES LAICI

La comunione con Gesù, dalla quale deriva la comunione dei cristiani tra loro, è condizione assolutamente indispensabile per portare frutto: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15, 5). E la comunione con gli altri è il frutto più bello che i tralci possono dare: essa, infatti, è dono di Cristo e del suo Spirito.

Ora la comunione genera comunione, e si configura essenzialmente come comunione missionaria. Gesù, infatti, dice ai suoi discepoli: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15, 16).

La comunione e la missione sono profondamente congiunte tra loro, si compenetrano e si implicano mutuamente, al punto che la comunione rappresenta la sorgente e insieme il frutto della missione: la comunione è missionaria e la missione è per la comunione.

Sua Santità Giovanni Paolo II

L’alto profilo di un laico missonario

Dal libretto: “I laici missionari ad gentes nella cooperazione tra le Chiese” redatto dalla Commissione missionaria dell’episcopato lombardo.

“Introduzione”

1. Le nostre diocesi, nel tentativo di attuare una nuova evangelizzazione, hanno bisogno di un nuovo spirito e di un nuovo dinamismo pastorale, che passi dalla conservazione alla missione e che faccia spazio al dare e ricevere, partire e ritornare, inviare ed accogliere. Hanno bisogno cioè di recuperare, nei preti, nei consacrati e nei laici, l’originario spirito missionario, che dai vicini tende ai lontani, fino agli estremi confini della terra, attuando una scelta preferenziale per i piú poveri.

2. L’apertura dei laici alla missione ad gentes é un dono che lo Spirito vuol fare oggi alla nostra Chiesa. Sono sempre più numerosi, infatti, i laici che, conseguita una buona preparazione teologica, desiderano attuare una scelta concreta di evangelizzazione ad gentes e di promozione umana e chiedono di essere inviati ad annunciare Gesù Cristo e servire i più deboli, con uno stile di vita sobrio ed essenziale, staccandosi dal proprio mondo per entrare in una cultura diversa e lí porsi al servizio del Vangelo.
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Helder Camara e Benedetto XVI in dialogo sulla pace

Il prossimo 21 gennaio 2010 la chiesa Regina Pacis di Cusano Milanino ospiterà la quarta edizione dei “Dialoghi di Pace”.

In questa chiesa che risale ai primi decenni del Novecento e che ha importanti parallelismi con le vicende belliche del secolo scorso, questa originale iniziativa di sensibilizzazione sulla pace sta diventando una piccola tradizione locale che cresce di anno in anno coinvolgendo le parrocchie circostanti, i decanati di riferimento e le intere comunità civili di Cusano Milanino, Cinisello Balsamo, Bresso e Cormano.

Si tratta di una lettura scenica dell’annuale messaggio pontificio di Capodanno, suddiviso fra attori-lettori le cui voci si intrecciano e si incalzano come in un vero e proprio dialogo.

Il titolo del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace 2010 “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato” rimanda al legame fra il rispetto dell’ambiente naturale e la costruzione della pace fra i popoli e le persone.

Un legame ben presente a dom Helder Camara, il vescovo brasiliano definito il “Gandhi cattolico”. In chiusura delle celebrazioni per il centenario dalla sua nascita l’edizione 2010 dei Dialoghi di Pace proporrà anche la lettura di suoi brevi testi dedicati alla relazione dell’uomo con la natura e con la dimensione del soprannaturale cui rimanda: meditazioni che restituiscono la freschezza e la semplicità di questa grande personalità del Novecento.

Come sempre sarà presente la musica: nella funzione di amalgamare i testi ed offrire momenti di meditazione al pubblico… con l’energia della sezione fiati di un’orchestra blues!

Infine, seppure non di persona, sarà comunque nel cuore di tutti i presenti l’attore Ivo Bucciarelli, deceduto la scorsa estate e carismatico interprete nel 2009. Pur nel dispiacere di non poterlo ascoltare, consola pensare che, a conclusione di una importante carriera artistica, la sua ultima “esibizione” sia stata il prestare la propria voce al Papa per la nobile causa della Pace!

Una più ampia presentazione dell’iniziativa è su: http://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=2364215

L’economia e la finanza etica nell’enciclica di Benedetto XVI


L’economia ha bisogno dell’etica come dimostrano l’imporsi di una finanza etica e dei sistemi di microcredito e microfinanza. Negli interventi per lo sviluppo va messa al primo posto la centralità della persona umana, mentre gli organismi internazionali devono interrogarsi sull’efficacia dei loro stessi apparati di cooperazione rispetto ai fini che perseguono. È uno dei passaggi centrali della nuova enciclica di Benedetto XVI, Caritas in Veritate, pubblicata oggi e firmata dal Papa nei giorni scorsi.

Educazione e scuola: prospettive cristiane

1. Il contesto attuale del mondo educativo in America Latina

C’è una difficile convivenza tra stato e Chiesa: sempre più le nuove costituzioni e il contesto sociale tendono a escludere la formazione etica e morale; l’educazione ha spesso dimenticato la globalità degli ambiti educativi (educazione non é solo la scuola); il grande soggetto dimenticato é la famiglia; la scuola cattolica rappresenta solo l’8% degli istituti scolastici.
Spesso non si é costituito un progetto unitario tra le diverse agenzie educative presenti sul territorio (famiglia, scuola, parrocchia…). Manca una formazione umana di base su cui costruire l’essere cristiani: c’è moltissimo nozionismo, molta catechesi e dottrina, e poco percorso esperienziale che porti ad un incontro maturo e personale con Cristo. Si denota carenza di formazione e accompagnamento dei docenti. C’è un frequente distacco tra la realtà e la progettualità. Lo sviluppo di un progetto spesso si basa su una lettura non corretta del contesto. Questo comporta una difficoltà ad accettare le persone che abbiamo di fronte.
Il giovane é alla ricerca di un’appartenenza e di una sicurezza che trova in gruppi strutturati, positivi o negativi che essi siano. Per quanto riguarda i mass media, di fronte ai mezzi di comunicazione ci sentiamo impreparati e non abbiamo il coraggio e la capacità di utilizzarli adeguatamente in funzione dell’educazione.

2. Sfide e obiettivi per il nostro cammino missionario nel mondo educativo di oggi

2.1 Evangelizzazione

La crisi delle scuole cattoliche e la loro scarsa considerazione da parte della società vanno vissute come un “Kairos”, ossia come un tempo opportuno per riscoprire la nostra identità. Abbiamo l’occasione per riprendere il nostro ruolo e lasciare agli altri le loro competenze. É una chiamata per uscire dai nostri “cortili di cristianità” ed entrare nelle “piazze” per incontrare l’umanità, specialmente la più povera. Di fronte a questa situazione non dobbiamo correre il rischio facile di difendere ciecamente la Chiesa come istituzione, ma dobbiamo rimanere fedeli al suo mandato di servizio e promozione della vita. C’è necessità di testimoni e pastori più che di maestri e catechisti.

2.2 Formazione

È necessario, oltre a quello legittimo e naturale della famiglia, definire tutti i soggetti educativi e i loro ruoli. Torniamo all’etimologia dell’educare come “e-ducere”, “tirar fuori la perla preziosa” che ciascuno porta dentro per accompagnare l’uomo nella sua crescita e autoconsapevolezza.
La formazione va intesa nella sua globalità e complessità, ovvero deve essere una formazione integrale (umana e cristiana). Va posta al centro dell’azione formativa la famiglia, coinvolgendola nel processo educativo come protagonista. La persona deve essere accolta con tutto il suo vissuto, la sua storia, la sua famiglia. È utile anche che ci proponiamo come accompagnatori degli insegnati.

2.3 Missione

Va proposta la pedagogia della misericordia, ovvero non creare progetti esclusivi ma mantenere uno sguardo attento alla realtà circostante. Occorre favorire l’interazione tra parrocchia e scuola, affinché quest’ultima diventi un luogo di evangelizzazione e di promozione umana. A tale scopo é necessario mobilizzare e organizzare i credenti presenti nella scuola (professori, operatori scolastici, alunni, genitori, ecc..) affinché siano testimoni di Cristo. L’attenzione al mondo dell’adolescenza ci spinge a considerare che da questo stesso mondo dobbiamo sapere estrarre le risorse e le potenzialità che in esso sono contenute, convinti che non c’é migliore evangelizzatore di un adolescente che un altro adolescente. Dobbiamo infine essere più presenti nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale.
Da un punto di vista prettamente organizzativo, va promossa una pastorale d’insieme organica e coordinata tra le varie agenzie educative.

Fonte: Sintesi Tematica dell’incontro missionari italiani a Lima 2009

Declaración final del CAM 3 – Quito – Ecuador

Al culminar el Tercer Congreso Americano Misionero (CAM 3 – COMLA 8), realizado en Quito – Ecuador, se publicó una Declaración Final, donde los participantes resaltan que la Iglesia en América Latina se encuentra preparada para anunciar el Evangelio de Jesucristo a través de la Misión Continental, para construir un mundo más fraterno, justo y solidario.

En verdad las cuatro páginas del documento me parecieron muy lindas.
En esta declaración, se señala que la Iglesia, comunidad llevada por el Espíritu Santo, nos impulsa a configurarnos con Cristo, para formar hombres nuevos y solidarios con el prójimo. “Como Laicos, Religiosos, Sacerdotes y Obispos de América, asumimos con entusiasmo y corresponsabilidad eclesial la “Misión Ad Gentes”, que implica una conversión personal y cambio de estructuras pastorales para que el Evangelio llegue a todos los hombres y mujeres sedientos de Dios”, dijeron.

De igual forma, los participantes asumieron como desafío experimentar y suscitar cambios concretos y estructurales que promuevan la dignidad humana, así como crear espacios de formación y diálogo para ser testigos de la Buena Nueva en el mundo contemporáneo.
El texto completo de la Declaración Final del Tercer Congreso Americano Misionero (CAM 3 – COMLA 8 ) puede leerse en:
http://www.cam3ecuador.org/espanol/Mensaje%20Final.pdf

¿Cuantos son los fidei donum de España e Italia en Latinoamérica?

Un interesante documento publicado en la página del CELAM : http://www.celam.org/documentos_celam/doc_15.doc

Aquí reporto el texto por si lo van a borrar del CELAM

LOS SACERDOTES “FIDEI DONUM” EN LA ÉPOCA DE LA GLOBALIZACIÓN, DE LA INTERDEPENDENCIA Y DE
LA UNIVERSALIZACIÓN

de Mons. Paolo Mietto 1
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Il problema della fame e la ingiustizia economica secondo la CEI

“Con i mezzi di cui oggi l’umanità dispone è moralmente inaccettabile che vi siano ancora migliaia di persone che muoiono di fame, restando insoddisfatto il loro bisogno primario di accesso al cibo (…). Lo sviluppo dell’agricoltura e l’attenzione al mondo rurale devono essere ben presenti a quanti sono chiamati a compiere scelte politiche di lungo respiro”: è centrato sulla problematica della crisi alimentare mondiale il messaggio della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, in vista della “Giornata del ringraziamento” che si celebrerà il prossimo 9 novembre. “Il problema della fame -sottolinea la Commissione della Conferenza episcopale italiana (Cei) – con la sua drammatica rilevanza etica e politica, non dipende tanto dalla disponibilità complessiva di cibo a livello globale, quanto dalla distribuzione non equa delle capacità di produzione e da fattori di arretratezza e ingiustizia economica e sociale, per i quali troppi esseri umani non hanno ancora un adeguato accesso agli alimenti anche in aree e Paesi del mondo autosufficienti quanto alla produzione agricola”.
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