1. Il contesto attuale del mondo educativo in America Latina
C’è una difficile convivenza tra stato e Chiesa: sempre più le nuove costituzioni e il contesto sociale tendono a escludere la formazione etica e morale; l’educazione ha spesso dimenticato la globalità degli ambiti educativi (educazione non é solo la scuola); il grande soggetto dimenticato é la famiglia; la scuola cattolica rappresenta solo l’8% degli istituti scolastici.
Spesso non si é costituito un progetto unitario tra le diverse agenzie educative presenti sul territorio (famiglia, scuola, parrocchia…). Manca una formazione umana di base su cui costruire l’essere cristiani: c’è moltissimo nozionismo, molta catechesi e dottrina, e poco percorso esperienziale che porti ad un incontro maturo e personale con Cristo. Si denota carenza di formazione e accompagnamento dei docenti. C’è un frequente distacco tra la realtà e la progettualità. Lo sviluppo di un progetto spesso si basa su una lettura non corretta del contesto. Questo comporta una difficoltà ad accettare le persone che abbiamo di fronte.
Il giovane é alla ricerca di un’appartenenza e di una sicurezza che trova in gruppi strutturati, positivi o negativi che essi siano. Per quanto riguarda i mass media, di fronte ai mezzi di comunicazione ci sentiamo impreparati e non abbiamo il coraggio e la capacità di utilizzarli adeguatamente in funzione dell’educazione.
2. Sfide e obiettivi per il nostro cammino missionario nel mondo educativo di oggi
2.1 Evangelizzazione
La crisi delle scuole cattoliche e la loro scarsa considerazione da parte della società vanno vissute come un “Kairos”, ossia come un tempo opportuno per riscoprire la nostra identità. Abbiamo l’occasione per riprendere il nostro ruolo e lasciare agli altri le loro competenze. É una chiamata per uscire dai nostri “cortili di cristianità” ed entrare nelle “piazze” per incontrare l’umanità, specialmente la più povera. Di fronte a questa situazione non dobbiamo correre il rischio facile di difendere ciecamente la Chiesa come istituzione, ma dobbiamo rimanere fedeli al suo mandato di servizio e promozione della vita. C’è necessità di testimoni e pastori più che di maestri e catechisti.
2.2 Formazione
È necessario, oltre a quello legittimo e naturale della famiglia, definire tutti i soggetti educativi e i loro ruoli. Torniamo all’etimologia dell’educare come “e-ducere”, “tirar fuori la perla preziosa” che ciascuno porta dentro per accompagnare l’uomo nella sua crescita e autoconsapevolezza.
La formazione va intesa nella sua globalità e complessità, ovvero deve essere una formazione integrale (umana e cristiana). Va posta al centro dell’azione formativa la famiglia, coinvolgendola nel processo educativo come protagonista. La persona deve essere accolta con tutto il suo vissuto, la sua storia, la sua famiglia. È utile anche che ci proponiamo come accompagnatori degli insegnati.
2.3 Missione
Va proposta la pedagogia della misericordia, ovvero non creare progetti esclusivi ma mantenere uno sguardo attento alla realtà circostante. Occorre favorire l’interazione tra parrocchia e scuola, affinché quest’ultima diventi un luogo di evangelizzazione e di promozione umana. A tale scopo é necessario mobilizzare e organizzare i credenti presenti nella scuola (professori, operatori scolastici, alunni, genitori, ecc..) affinché siano testimoni di Cristo. L’attenzione al mondo dell’adolescenza ci spinge a considerare che da questo stesso mondo dobbiamo sapere estrarre le risorse e le potenzialità che in esso sono contenute, convinti che non c’é migliore evangelizzatore di un adolescente che un altro adolescente. Dobbiamo infine essere più presenti nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale.
Da un punto di vista prettamente organizzativo, va promossa una pastorale d’insieme organica e coordinata tra le varie agenzie educative.
Fonte: Sintesi Tematica dell’incontro missionari italiani a Lima 2009