Può un film senza “stelle” ed effetti speciali inchiodare il pubblico alle poltrone e commuoverlo profondamente raccontando la vita quotidiana e mistica di un gruppo di monaci trappisti nell’Algeria degli anni Novanta? È quello che è accaduto ieri quando in concorso sugli schermi di Cannes è arrivato Des Hommes et des Dieux di Xavier Beauvois sulla drammatica vicenda dei religiosi rapiti e assassinati a Tibhirine nella primavera del 1996, ancora oggi al centro di una difficile indagine giudiziaria. Se infatti all’inizio la strage era stata attribuita alla GIA (Gruppo Islamico Armato), in una fase processuale successiva si è invece parlato di un «errore dell’esercito algerino».
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