La metafora delle quattro ruote motrici

Ho una camionetta (N.d.R. “Camioneta”= Pick up) Toyota 4 x 4. Prima ne avevo una troppo vecchia e sfruttata, aveva sempre bisogno di ripari. Adesso ne ho una non molto giovane, é del 2006, ma un po’ piú in grazia. L’importante é che abbia la doppia trazione, che sia 4 x 4. Quando vado a visitare gli indios Kanela all’Escalvado o a Porquinhos, i due villaggi dove vive questa etnia indigena a circa 100 km da qui, devo percorrere strade sterrate e superare barriere di sabbia, oltre che guadare piccoli torrenti. Senza la 4 x 4 resto insabbiato. Le ruote girano e girano, a vuoto, e piú accelero piú sprofondo e non vado avanti. Ma inserisco la marcia 4 x 4 e via, esco dal buco che mi sono scavato io stesso con le mie accelerate a vuoto e continuo sicuro. A volte la nostra comunitá é una camionetta senza la doppia trazione. Ci insabbiamo in cose inutili, giriamo e rigiriamo sulle stesse cose, a vuoto, e piú ci infervoriamo piú affondiamo, e non andiamo avanti. Forse “chiesa missionaria”, “in uscita”, vuol dire anche questo: ingranare la marcia 4 x 4 e uscire dalle nostre infinite beghe e questioni, non rigirarci su noi stessi, darci uno scossone e andare avanti. A volte ci sono cose da cui non ne usciamo, ci impantaniamo testardi su di una questione senza cercare via di uscita. Non sappiamo perdonare ed andare avanti. Ci lamentiamo sempre delle stesse cose. Sappiamo che certe attivitá non rispondono piú alle sfide di oggi ma non molliamo e non osiamo uscirne. Abbiamo le nostre paure che ci paralizzano. Siamo anche un po’ ciechi, pensiamo che quello che abbiamo sotto i piedi sia tutto, e non vediamo la grandezza e bellezza del cammino che ci sta di fronte. Coraggio, usciamo, ingraniamo la marcia e andiamo avanti, restare insabbiati in noi stessi é la fine!

Buona missione a tutti voi e grazie per avermi accolto con il vostro ascolto.

Un forte abbraccio

Don Ezio Borsani, Fidei Donum

La missione del Brasile è l’Amazzonia

Essere richiamati alla missione é essere richiamati al senso del nostro cammino di fede e di chiesa. Non sono bravo a fare citazioni, nell’Esortazione di Papa Francesco “La gioia del Vangelo” troverete voi stessi tanti stimoli per essere discepoli e missionari in una chiesa che finalmente si scuote e esce da se stessa per essere sale e luce “del mondo”.

Qui in Brasile, e qui da me a Barra do Corda, a cosa siamo richiamati?

Anzitutto risuona un appello: l’Amazzonia. Certo non solo per questo mese di ottobre, ma in questo tempo si fa ancora piú forte l’appello “Brasile, l’Amazzonia é immensa, ma pochi sono i Missionari e le Missionarie” – “Dateci della vostra povertá”, con l’invito ad un aiuto anche materiale, ma soprattutto con l’invio di missionari in questa area che Papa Francesco nella sua visita per la GMG 2013 ha riconosciuto como decisiva e banco di prova sia per la chiesa che per la societá brasiliana. Effettivamente é l’area che presenta grandi sfide, sofferenze, carenze, ma anche grandi speranze, testimonianze, segno di una chiesa sempre piú profetica, inculturata, ministeriale. Ho avuto la gioia, in ottobre dello scorso anno, di partecipare a una riunione straordinaria, voluta dal Papa, delle chiese di tutta l’Amazzonia. Questo incontro di studio della realtá e riflessione pastorale é stato per me occasione per conoscere i vescovi e alcuni preti e laici della chiesa dell’Amazzonia, con fraternitá e gioia, e riaccendere in me il fuoco della missione.

Qui nella nostra parrocchia di Santa Gianna Beretta a Barra do Corda, alle porte dell’Amazzonia, stiamo cercando di “riformare” il nostro modo di essere chiesa senza la paura di uscire e magari sporcarci le mani o prendere qualche “batosta”, piuttosto che rimanere chiusi e soffocati in noi stessi. Non é facile, ma cerchiamo di impiantare la “Pastorale della Visitazione”, visitando le case, incontrando le famiglie li dove vivono. Qui é molto facile entrare nelle case, nessuno ti chiude la porta in faccia, anzi tutti sono felici e onorati di ricevere una visita, e per questa facilitá di contatto nelle case stiamo creando in ogni comunitá questa attivitá stabile e continua della visita. Seguiamo l’esempio della Visitazione, della visita di Maria a Elisabetta: usciamo dalla nostra casa, dalle nostre riunioni, dalle nostre cappelle, dai nostri recinti, ed entriamo nella casa dell’altro con un saluto, con un gesto di amicizia e interesse per lui, di ascolto e comprensione, di vicinanza. E poi restiamo (come Maria che restó tre mesi), la visita non finisce subito, continua fino a creare un legame. Allora arriva anche la proposta, l’annuncio, l’invito a un cammino di fede in Gesú partecipando nella comunitá di base. Questa pastorale della Visitazione é accompagnata anche dalla “Pastorale dell’Accoglienza”. Chi viene da noi deve sentirsi bene, accolto, riconosciuto, valorizzato, percepire la nostra felicitá di averlo con noi. Missione é certo andare e visitare, ma anche saper accogliere chi viene in casa nostra. Una comunitá che non é fraterna, che non sa accogliere, non é missionaria, non é neppure chiesa.

Cosí noi ci siamo tracciati questo cammino, e stiamo muovendo i primi passi in questa direzione. Sicuramente anche voi risponderete all’appello che il Signore ci rivolge in questo mese missionario.

Ezio Borsani, Fidei Donum

Padre Bartolini assolto, ma… non è finita!

Il missionario passionista, padre Mario Bartolini è stato assolto dal Tribunale peruviano di Yurimaguas, provincia di Alto Amazonas insieme al direttore di “Radio Oriente”, il giornalista Geovanni Acate. Erano accusati di aver incitato la popolazione indigena alla ribellione contro lo Stato durante le proteste, lo scorso anno, delle comunità amazzoniche che rivendicano i propri diritti.
Potrebbe sembrare una bella storia natalizia a lieto fine, ma… non è finita!
La Coordinatrice Nazionale di Radio del Perú pubblica dichiarazioni del padre Mario che manifesta il suo sconcerto per la decisione de procuratore del Ministerio Público e la Fiscalía del Alto Amazonas di appellare la sentenza di assoluzione.
Parlando a Radio Oriente, padre Mario evidenzió che si tratta d un intento persecutorio del Governo verso persone scomode.

Richiesta di assoluzione per padre Mario Bartolini

La Coordinazione Nazionale per i Diritti Umani in Perù ha elevato una richiesta di assoluzione per padre Mario Bartolini, in relazione all’accusa di istigazione alla violenza in occasione della sollevazione di Bagua.
In una omelia, padre Mario disse che “bisogna chiamare assassini coloro che ammazzano per soldi”.
Padre Mario rischia 12 anni di carcere e l’espulsione dal Perú.

La Chiesa Peruviana con l’Amazzonia (ed il missionario espulso)

Dopo l’espulsione del fratello Paul Mc Auleydal territorio nazionale decreatata dai dirigenti del governo peruviano, la Chiesa cattolica alza la sua voce.
E lo fa con un messaggio del presidente della Conferenza Episcopale Peruviana, mons. Miguel Cabrejos Vidarte OFM, in cui non si menziona il nome del missionario espulso, ma si ricordano i “numerosi missionari e missionarie (Sacerdoti, Religiosi e Laici), che lasciando le proprie nazioni e famiglie sono arrivati fin da noi per mettersi al servizio del Vangelo di Gesú nel nostro paese“.
Mons. Cabrejos, aggiunge poi, con parole commosse, che “sono molti i motivi per ringraziare l’apporto che hanno dato e continuano a dare nei diversi campi di azione evangelizzatrice della Chiesa, specialmente nel campo della difesa della vita e dell’ambiente“.
Ma soprattutto, come dice chiaramente lo stesso titolo del messaggio, la Chiesa peruviana riafferma l’importanza del suo ruolo nell’Amazzonia Peruviana: “La presenza della Chiesa nell’Amazzonia non è nuova“.
Infne, cita un chiaro passaggio del Documento di Aparecida (num. 471): “Per questo, come profeti della vita, vogliamo insistere que negli interventi sulle risorse naturali non predominino gli interessi di gruppi economici che distruggono irrazionalmente le fonti della vita, in pregiudizio di nazioni intere e della stessa umanità. Le generazioni che si succederanno, hanno diritto a ricevere un mondo abitabile, e non un pianeta con aria inquinata“.

Perú: reazione corale all’espulsione del fratello Paul Mc Auley

In tutto il Perú c’e stato in questi giorni un vasto movimento di opinione in reazione all’espulsione del religioso de La Salle, fratel Paul Mc Auley dal territorio nazionale.
La decisione amministrativa di sospendergli il visto di soggiorno a causa di presunti atteggiamenti sovversivi si è rivelata un boomerang per il governo, che è stato accusato di praticare una politica di vendita della foresta amazzonica alle grandi multinazionali.
Insieme a molte reazioni di ambito laico, segnaliamo i documenti di sostegno al religioso da parte dell’Istituto Bartolomé de las Casas, del Centro di Studi e Pubblicazioni CEP, della Conferenza Peruviana dei Religiosi e della stessa congregazione dei Fratelli de La Salle.
La letterata e professoressa dell’Università San Marcos di Lima Sonia Luz Carrillo ha paragonato la presenza di fratel Paul Mc Auley in Perú al Buon Samaritano di cui parla il vangelo della Santa Messa di oggi.

Nel frattempo il ricorso del religioso contro il provvedimento amministrativo è stato accettato, per cui l’espulsione è stata sospesa.

Egidio Bisol, nuovo vescovo di di Afogados da Ingazeira

Benedetto XVI ha nominato vescovo di Afogados da Ingazeira (Brasile) mons. Egidio Bisol, 62 anni, del clero della diocesi di Vicenza, fidei donum nel nord-est brasiliano, terra castigata dalla siccita’ e caratterizzata da conflitti per la terra e da forte diseguaglianze sociali.

Fin dal suo arrivo in America Latina nel 1976 Egidio Bisol ha risposto al “clamore” del popolo impoverito del sertao, accompagnando percorsi di formazione dei laici e delle comunita’ ecclesiali di base. In particolare si e’ impegnato nell’ambito della Pastorale giovanile dell’ambiente popolare PJMP, della Pastorale do Menor, prima a Sao Jose do Egito e poi a Serra Talhada, nello stato del Pernambuco, a 400 km da Recife. Ha sempre mantenuto legami con l’Italia e in particolare con la commissione ecclesiale “Giustizia e Pace” della Parrochia di San Clemente di Valdagno (VI) dove e’ stato ordinato sacerdote, appoggiando i “campi-scuola in Brasile” organizzati dal Centro Missionario Diocesano di Vicenza, seguendo progetti di cooperazione internazionale con l’ONG Movimento Laici per l’America Latina MLAL-Progetto Mondo, con le volontarie vicentine Wilma Caon, Rosanna Gasparotto e Enrica Rosato. Il ponte di Solidarieta’ si e’ consolidato attraverso progetti di sostegno alla locale Commissione Pastorale della Terra CPT, attraverso il legame con Alzeni Tomaz, minacciata dai fazendeiros, impegnata nella CPT regionale e ora nel progetto Rio San Francisco (http://www.selvas.eu/Brazil2002.html ).
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Indigeni, Amazzonia e Progresso del Perú secondo i Comboniani

“Per capire il Perù, bisogna innanzitutto partire dalla sua geografia, da un paese diviso in tre regioni che sono la costa, la sierra e l’Amazzonia: la prima corrisponde al 12% del territorio nazionale e qui si concentra la grande maggioranza della popolazione; la sierra conta per il 30% del territorio ed è meno densamente popolata, l’Amazzonia occupa il 58% del Perù, ed è quella meno abitata”: lo dice alla MISNA padre Rogelio Bustos Juarez, messicano di origine, da anni impegnato in Cile e Perù dove è provinciale dei missionari comboniani. Padre Rogelio descrive le trasformazioni che in poco tempo stanno avvenendo nella zona amazzonica del Perù e che rischiano di cambiare volto a una regione che per secoli ha vissuto seguendo un ritmo proprio.
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