Auguri e testimonianza dal Camerun

Carissimi,
spero che il Natale sia stato vissuto e ancora viva bene.
Anche in Africa, pur senza neve, lo abbiamo vissuto bene. Il clima ora è un po’ fresco al mattino e alla sera, ma in giornata fa piuttosto caldo, anche se ben sopportabile.

Sabato prima di Natale, il 22 dicembre, ho celebrato sette matrimoni, tutti insieme, di coppie già sposate chi da 5 anni, chi da 32 anni.
E’ stata una grande festa. Qui la gente si sposa secondo la tradizione della loro tribu ma non sempre poi in comune e ancora meno in chiesa, anche se sono battezzati.Questo crea evidentemente non pochi problemi ma adagio adagio si sta cambiando. In genere si mettono insieme, fanno figli e poi, quando lo fanno, si sposano in comune e in chiesa.

Alla vigilia di Natale abbiamo celebrato la messa della notte alle 20: c’erano 800 persone, la chiesa era strapiena e la celebrazione è durata due ore e mezzo, con canti e danze, offereta in denaro e in natura.Alla fine della messa ciascuno è passato davanti al presepe per fare il suo regalo di natale a Gesù neonato(un’offerta in denaro, ma qualcuno ha portato olio. sale…). Continua a leggere

Missa do Galo – Frei Betto

O Natal para os cristãos é comemoração do nascimento de Jesus, Deus feito homem. Para a indústria e o comércio, é ocasião de promissoras vendas. Para uns tantos é miniférias de fim de ano. Para o peru é dia de finados.

O desconforto resulta da obrigatoriedade de dar presentes a quem não amamos, mal conhecemos ou fingimos amizade. Transferido o presépio de Belém para o balcão das lojas, substituído Jesus por Papai Noel, a festa perde progressivamente o caráter religioso. O Menino da manjedoura, que evoca o sentido da existência, cede lugar ao velho barbudo e barrigudo, símbolo do fetiche da mercadoria.

O olhar desavisado diria que o consumismo hedonista despe-nos da religiosidade. A Missa do Galo, outrora à meia-noite de 24 de dezembro, reduz-se ao galeto das celebrações, às oito ou nove da noite, antecipando-se à madrugada na qual impera a violência urbana. O apetite da ceia e a curiosidade em abrir presentes falam mais alto que bons e velhos costumes: oração em família, cânticos litúrgicos, narrativas bíblicas, memória dos eventos paradigmáticos de Belém da Judéia.

Uma atualização dos eventos bíblicos permite-nos imaginar, a partir do contexto brasileiro, o leitor do Diário de Belém, edição de 26 de dezembro de 1, frente à seguinte notícia: “Família de sem-terra ocupou ontem a fazenda Estrela de Davi, em cujo pasto uma tal Maria, esposa do carpinteiro José, deu à luz o filho Jesus. A polícia de Herodes está no encalço dos sem-terra, que se encontram foragidos.”

A abstração da linguagem, contudo, faz do pseudolirismo natalino o inverso do fato histórico. O Verbo encarnado perde contundência e cede lugar ao presépio descontextualizado, mero adorno à festa papainoélica.

Vivemos hoje assolados por fortes ventos esotéricos, nessa época epifânica em que religiões tendem a ocupar o lugar deixado pelas ideologias messiânicas. Assistimos à crise das Igrejas tradicionais, encerradas num monólogo ininteligível para o contexto de pluralismo e tolerância com o diferente. A perplexidade assemelha-se à da professora de piano clássico que vê seus alunos aplaudirem os metaleiros.

Proliferam novas modalidades de aspirar ao Transcendente, da aeróbica litúrgica às meditações orientais. Nunca houve, na expressão de Rimbaud, tanta “gula de Deus”. I Ching, astrologia, búzios, tarô etc., são vias pelas quais se tenta encontrar segurança diante do futuro imprevisível. Agora, já não há tanto interesse pelas religiões das grandes narrativas bíblicas, da santidade ascética, da autoridade sacralizada, da moral coercitiva, da escatologia que nos faz trafegar, titubeantes, sobre o fio invisível que liga o Céu ao Inferno.

Predominam as religiões do consolo subjetivo, da alegria d’alma, da cura imediata, dos fenômenos paranormais, da comunidade que se sente resgatada do anonimato, de bênçãos e graças que jorram quais juros de quem acredita na versão pós-moderna do dilema “a bolsa ou a vida”. Vigora a religiosidade prêt-à-porter, sem culpas, macroecumênica, fundada na crença em um Deus que dispensa hierarquias, manifesta-se pelas regras de ouro do marketing e tolera todas as nossas incoerências.

Talvez não haja na literatura brasileira quem melhor tenha captado o sentido do Natal que Machado de Assis, no clássico conto Missa do Galo. Não há propriamente missa, apenas a espera ansiosa num serão que progressivamente transmuta a anfitriã Conceição, que atingira os 30 anos, aos olhos de Nogueira, rapaz de 17. Machado faz do coração do jovem narrador um profundo e aquiescente presépio, onde a vida renasce no sutil milagre do amor desinteressado. Um gosto de eternidade. De eterna idade. No entanto, quebrado pelo tempo que flui incoercível ao ritmo implacável das horas. Na sala, a missa em torno da musa antecede e realiza a comunhão, eclodindo na beleza de um singelo encontro entre duas pessoas.

Isso é Natal, festa rara no mais profundo de si mesmo, na qual as pessoas se fazem presentes umas às outras e entre as quais o amor refulge como estrela. Essa festa não tem data e é celebrada sempre que há encontro em clima de afeto e sabor de comunhão. Ali, as palavras são como barbante de presente em mãos de uma criança: a cada nó desfeito, uma expectativa de surpreendente revelação.

Auguri di don Aldo Busso dal Brasile

I colori dell’alba e dell’estate prendono corpo nel tempo dell’avvento e del Natale, qui in Brasile.
Mentre la chiesa ci invita a pregare ogni giorno:”verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge …”Lc 1,78
Dio viene, ci precede e accompagna sempre.
Apre davanti a noi un sentiero e lo colora di speranza.
Passo dopo passo, con Lui , guadagnamo la strada.
Nella visita alle comunità e partecipando alla “novena”nelle famiglie, sperimento la presenza di Dio.
Incredibile questo mistero:nasce in mezzo a noi!.
La festa di Natale è segnata da sentimenti che fanno riferimento al cuore: silenzio,ascolto, ricerca, incontro, passione …
Soprattutto gratitudine.
E ci afferra,proprio Dio: Lui che ci ama da sempre.
Nel mio primo Natale”al caldo”, ripenso a questo anno di “missione”.
Colori, luci e ombre. Situazione che ti coinvolgono e parlano …
Tratti di un mondo povero e ricco,danzante e violento.
Posando qua e là gli occhi della fede, rinnovo la certezza che di “Dio non posso fare a meno”.
Ci dà la vita. Il Natale è,allora, imparare a vivere di Lui.
Ecco la speranza , per il mondo intero:”in lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini”Gv1,4.
“In missione un bimbo sorride con te”:vuole essere questo l’augurio di Natale, con un grazie sincero per l’amicizia e la condivisione.
Mentre chiediamo al Padre la capacità di saper “ascoltare” lo sguardo dei piccoli, dei poveri.
Ci aiuta l’atteggiamento di semplicità dei pastori, avvolti dalla luce di quell’annuncio:”troverete un bambino …”Lc2,11
E’ la luce dei nostri bambini, nei centri di Accoglienza.
Luce di bene per le donne che hanno ritrovato dignità e lavoro.
Ma è anche luce di conforto e speranza per le mamme rimaste sole, provate dal dolore per la morte del marito o di un figlio.
Luce di comprensione per gli adolescenti che abbiamo accolto e sono tornati nella strada. Alcuni trascorreranno il Natale in carcere.
L’alba del Natale ci farà ancora sentire vicini , poiché non c’è distanza quando ci si vuole bene.
Saremo uniti nella preghiera, contemplando con stupore il volto di un Dio bambino.
Nasce per sorridere e piangere, accanto ad ogni persona.
Con un forte abbraccio,

Buon Natale, d. Aldo Busso
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Con gli occhi della speranza: 25 anni di “missioni” in Brasile

Mi è pervenuto, tramite un amico, l’ultimo libro di don Marco Luciano, nostro sacerdote saluzzese, attualmente parroco di S. Francesco in Grugliasco, nella diocesi di Torino, dal titolo significativo “Con gli occhi della speranza”: 25 anni di “missioni” in Brasile.
La copertina è occupata da una bella fotografia di una bambina brasiliana, dove son messi in risalto i suoi occhi scuri. Un libro che raccoglie l’esperienza di un viaggio missionario da cui sono scaturiti tutti gli altri dal 1983 al 2008.
Un libro ddicato “a tutte le persone, amici e collaboratori che con il loro aiuto hanno permesso di seminare piccoli ma preziosi granelli di solidarietà e di amore in terra brasiliana”.
Tutto cominciò nel 1983 con un viaggio in Brasile. Voleva andare a visitare i nostri missionari diocesani, don Giovanni Bergese diventato vescovo di Guarulhos, don Domenico Ardusso, don Dino Marchiò, il salesiano don Giancarlo Isoardi, ecc…
Provvidenziale fu quel viaggio, perché don Marco ebbe modo di incontrare un popolo accogliente ed appassionato, una chiesa molto viva, dei sacerdoti sereni e contenti di poter rendersi utili per evangelizzare, coscientizzare, far crescere la dignità delle persone con la loro parola franca e determinata.
Questo viaggio, segnò don Marco, prete aperto e sensibile. La situazione dei ragazzi lo toccò dentro e la testimonianza di laici impegnati lo entusiasmò.
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Adviento y Navidad en la comunidad de Villaregia en Lima – Perú

Queridos Amigos

Reciban nuestros saludos en este tiempo de Adviento en el cual nos preparamos para acoger al Señor que viene una vez más para celebrar la “fidelidad con su pueblo”. Como Comunidad de Lima agradecemos a Dios por los dones recibidos en esa Navidad 2008.

A fines del mes de noviembre, hemos acogido a 26 personas del Grupo A.M.A.R. (Alianza Médicos al Rescate), una Asociación de médicos, enfermeros, farmacéuticos y voluntarios que llegaron de Puerto Rico para ofrecer a nuestros hermanos peruanos su profesionalidad. Han realizado una campaña de salud por tres días, visitando “los cerros”, más pobres de nuestra Parroquia para atender a una media de 1.000 pacientes por día. Su presencia ha sido breve pero se ha creado una relación especial con nuestra gente que los conquistó con el cariño y la acogida típicamente peruana.
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Auguri di Natale dal Sudan

Carissimi Amici, conoscenti e simpatizzanti della Missione ad gentes,

siamo ormai prossimi alla celebrazione del Natale del Signore Gesu’. Il Natale e’ il giorno della compassione di Dio per l’umanita’ intera, e’ il giorno in cui ci viene donata la vita, e’ il giorno in cui la nostra redenzione ha inizio. Il Natale e’ quindi il giorno della gioia e del dono. Piegandosi sull’umanita’ con amore, Dio si china verso la Vergine Maria riempiendola del suo amore, rendendola una favorita-amata per sempre, individuando in lei la concretizzazione personale della Figlia di Sion preparata come una sposa pronta ad accogliere la venuta del Signore nel suo seno. E’ lo Spirito che discende sulla Vergine per rendere possibile la Nativita’ … e da ultimo lo stesso Spirito forma il Cristo nell’anima di ogni fedele.

Pochi giorni fa contemplavo il dipinto sopra esposto: una donna che si curva su un piccolo essere per custodirlo, preservarlo, soccorrerlo al fine di rigenerare in lui la vita, e orientare la sua vita verso la luce. La donna e’ chiamata a vigilare su ogni forma umana come se si trattasse del suo stesso figlio. Questo e’ stato ed e’ l’atteggiamento di Maria, la Donna per eccellenza… Questo dovrebbe essere l’atteggiamento di ogni uomo e donna creati per una reciprocita’ comunionale. Maria e’ stata la Donna che, come dice S. Agostino, ha accolto Gesu’ nel suo cuore prima ancora di accoglierlo nel suo grembo. E’ per questo che ha saputo donare e portare la VITA e la GIOIA al mondo intero.

Questa pittura si addice molto bene al tempo liturgico che stiamo vivendo durante il quale ci viene chiesto di vegliare per accogliere e custodire la Vita, ed anche mi aiuta ad approfondire la realta’ che sto vivendo in Sudan ove, piu’ che altrove, ci viene chiesto di “far nascere Dio nelle anime devastate”. Anche l’osservatore disattento che cammine per le strade di Khartoum, viene a contatto con situazioni di sofferenza: persone che invocano il riconoscimento dei propri diritti – un tetto per ripararsi sotto cui riprendere ristoro per continuare il pellegrinaggio il giorno seguente, una scolarita’ base per far fronte alle richieste della societa’ moderna, la possibilita’ di curare il proprio corpo in caso di malattia, un lavoro dignitoso…. e soprattutto il dono della PACE

Troppi di questi poveri del mondo piangono nel silenzio in attesa che qualcuno si curvi su di loro per aiutarli a risollevarsi, a ricominciare a vivere… Il pianto e’ il grido dei ‘senza voce’ al mondo, grido che lanciano alle persone di buona volonta’ che si impegnano a preservare e fecondare la vita.

Ecco allora che la celebrazione del Natale non si riduce al 25 dicembre di ogni anno, ma e’ un programma di vita per ogni persona; non possiamo passare accanto al fratello o alla sorella nel bisogno ignorando il suo grido, il suo pianto…

Che il Natale di questo anno segni per noi tutti un nuovo cammino di fede e di accoglienza affinche’ anche il nostro grembo possa offrire al mondo la Vita, possa portare a tutti Gesu’.

A tutti Buon Natale e Buon Anno 2009!

Sr. Mariateresa Girola

Missionaria Comboniana in Sudan

Il papa e Muhammad salveranno il mondo in crisi

Nel messaggio per la giornata della pace 2009 il papa Benedetto XVI mette il dito sulle cause della crisi finianziaria e della ancor più grave crisi alimentare che stanno affliggendo il mondo. Eccone due passi:

L’attuale crisi alimentare mette a repentaglio il soddisfacimento dei bisogni di base. Tale crisi è caratterizzata non tanto da insufficienza di cibo, quanto da difficoltà di accesso ad esso e da fenomeni speculativi e quindi da carenza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze. (n.7)

Anche la recente crisi dimostra come l’attività finanziaria sia a volte guidata da logiche puramente autoreferenziali e prive della considerazione, a lungo termine, del bene comune. L’appiattimento degli obiettivi degli operatori finanziari globali sul brevissimo termine riduce la capacità della finanza di svolgere la sua funzione di ponte tra il presente e il futuro, a sostegno della creazione di nuove opportunità di produzione e di lavoro nel lungo periodo. (n.10)

Si tratta di un messaggio molto chiaro ed equilibrato, che analizza cause e rimedi alla povertà nell’attale mondo globalizzato e rinnova l’invito di Giovanni Paolo Secondo alla globalizzazione della solidarietà in termini molto concreti e pieni di speranza.

Recentemente, l’Osservatore romano ha pubblicato un corsivo dell’economista Ettore Gotti Tedeschi che teorizza lo sviluppo dei paesi poveri come rimedio all’attuale crisi finanziaria

Riporto due passaggi interessanti:

Perché, quindi, invece di un’altra bolla correttiva, egoistica e a breve termine, non si pensa a una bolla solidale a lungo termine, che generi la crescita di produzioni e manodopera, finanziando i consumi e gli investimenti nei paesi poveri? Che permetta in alcuni anni a circa tre miliardi di persone di partecipare alla crescita dell’intero sistema economico? Persone che però sono pronte, da subito, a esprimere una domanda essenziale per l’occidente, nonché a esser coinvolte in progetti infrastrutturali e produttivi, in progetti di formazione al lavoro e di conoscenza scientifica.

Alle obiezioni circa la mancanza di fondi e ai rischi eccessivi si può rispondere con le esperienze sul microcredito del premio Nobel per la pace, Muhammad Yunus: il rischio è scarso nei popoli poveri. Essi danno a garanzia un bene superiore: la loro stessa vita. Le bolle vere, quelle negative, si producono quando si falsano i prezzi e le condizioni di mercato, non quando si sostiene l’ingresso progressivo di miliardi di persone nel ciclo economico. Esse per noi costituirebbero una ricchezza, anche sul piano morale. Una bolla solidale quindi, una bolla umanitaria, che non sarà per nulla rischiosa, ma che anzi potrebbe salvarci.

Ho appena letto il libro di Muhammad Yunus: “Un mondo senza povertà in cui l’autore teorizza il business sociale, di cui Tejesol Huacho è un esempio, come antidoto a una economia che ha perduto la bussola e con molta profondità scrive pagine di speranza percorribile e sostenibile.
Credo che dobbiamo fare eco a questi messaggi, che possono davvero salvare il mondo.

Ambrogio Cortesi

Fonti:
Il messaggio per la pace 2009
L’analisi dell’Osservatore Romano
Il libro di Muhammad Yunus “Un mondo senza povertà”, Feltrinelli, 2008, lo trovate in libreria.

Analisi e proposte dell’Osservatore Romano sulla crisi finanziaria

Sviluppo e crisi finanziaria. La bolla che ci salverà

di Ettore Gotti Tedeschi

Per assorbire la bolla finanziaria che sta minacciando il mondo intero, si pensa negli Stati Uniti di produrne una nuova – legata forse all’energia o al mercato automobilistico – utilizzando l’unica liquidità disponibile, cioè quella cinese. La nuova bolla probabilmente ignorerà ancora di più quella parte del mondo esclusa dal benessere. Si potrebbe invece avviare un processo economico creativo di dimensione planetaria che ristabilisca una crescita più sostenibile. In altre parole, una bolla di solidarietà che coinvolga i paesi poveri. Una bolla umanitaria che corregga l’errore della passata bolla di sviluppo egoistico, frutto della crisi di valori dell’uomo.
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