Don Carlo è fidei donum della diocesi di Capua, in Perù da 30 anni.
Mi è piaciuta molto in questa sua testimonianza la visione di cosa significa essere fidei donum, costruita grazie ad una esperienza pluridecennale ed alla sua capacità di ascolto delle differenti chiamate di Dio in tempi molto difficili. Eccola:
Il mio è stato un viaggio costante, in questi anni, alla ricerca continua del popolo di Dio. Ho cominciato a Chimbote, la costa del Perù, con un vescovo molto progressista, mons. Bambarén. Negli anni ’70 Gustavo Gutierrez fu invitato dal vescovo a Chimbote per una serie di conferenze, dove già si articolava il paradigma di quella che sarà la teologia della liberazione. (…)
Capisco sempre più come il Perù sia una realtà molto complessa: tre zone completamente diverse, la costa, la sierra e la selva. C’è il Perù della globalizzazione, della modernità, inserito in un cammino di modernizzazione tecnologica, con una esperienza teologica nella chiesa funzionale a questo sistema: mercati, liberismo, trattato di libero commercio… E c’è un Perù che va ad un’ altra velocità, che difficilmente si inserisce in questo sistema, che è espulso dal sistema stesso. Anche questo Perù ha una sua teologia, che parte dalle situazioni di non vita nelle quali vive la stragrande maggioranza della gente povera.
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