Il papa e Muhammad salveranno il mondo in crisi

Nel messaggio per la giornata della pace 2009 il papa Benedetto XVI mette il dito sulle cause della crisi finianziaria e della ancor più grave crisi alimentare che stanno affliggendo il mondo. Eccone due passi:

L’attuale crisi alimentare mette a repentaglio il soddisfacimento dei bisogni di base. Tale crisi è caratterizzata non tanto da insufficienza di cibo, quanto da difficoltà di accesso ad esso e da fenomeni speculativi e quindi da carenza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze. (n.7)

Anche la recente crisi dimostra come l’attività finanziaria sia a volte guidata da logiche puramente autoreferenziali e prive della considerazione, a lungo termine, del bene comune. L’appiattimento degli obiettivi degli operatori finanziari globali sul brevissimo termine riduce la capacità della finanza di svolgere la sua funzione di ponte tra il presente e il futuro, a sostegno della creazione di nuove opportunità di produzione e di lavoro nel lungo periodo. (n.10)

Si tratta di un messaggio molto chiaro ed equilibrato, che analizza cause e rimedi alla povertà nell’attale mondo globalizzato e rinnova l’invito di Giovanni Paolo Secondo alla globalizzazione della solidarietà in termini molto concreti e pieni di speranza.

Recentemente, l’Osservatore romano ha pubblicato un corsivo dell’economista Ettore Gotti Tedeschi che teorizza lo sviluppo dei paesi poveri come rimedio all’attuale crisi finanziaria

Riporto due passaggi interessanti:

Perché, quindi, invece di un’altra bolla correttiva, egoistica e a breve termine, non si pensa a una bolla solidale a lungo termine, che generi la crescita di produzioni e manodopera, finanziando i consumi e gli investimenti nei paesi poveri? Che permetta in alcuni anni a circa tre miliardi di persone di partecipare alla crescita dell’intero sistema economico? Persone che però sono pronte, da subito, a esprimere una domanda essenziale per l’occidente, nonché a esser coinvolte in progetti infrastrutturali e produttivi, in progetti di formazione al lavoro e di conoscenza scientifica.

Alle obiezioni circa la mancanza di fondi e ai rischi eccessivi si può rispondere con le esperienze sul microcredito del premio Nobel per la pace, Muhammad Yunus: il rischio è scarso nei popoli poveri. Essi danno a garanzia un bene superiore: la loro stessa vita. Le bolle vere, quelle negative, si producono quando si falsano i prezzi e le condizioni di mercato, non quando si sostiene l’ingresso progressivo di miliardi di persone nel ciclo economico. Esse per noi costituirebbero una ricchezza, anche sul piano morale. Una bolla solidale quindi, una bolla umanitaria, che non sarà per nulla rischiosa, ma che anzi potrebbe salvarci.

Ho appena letto il libro di Muhammad Yunus: “Un mondo senza povertà in cui l’autore teorizza il business sociale, di cui Tejesol Huacho è un esempio, come antidoto a una economia che ha perduto la bussola e con molta profondità scrive pagine di speranza percorribile e sostenibile.
Credo che dobbiamo fare eco a questi messaggi, che possono davvero salvare il mondo.

Ambrogio Cortesi

Fonti:
Il messaggio per la pace 2009
L’analisi dell’Osservatore Romano
Il libro di Muhammad Yunus “Un mondo senza povertà”, Feltrinelli, 2008, lo trovate in libreria.

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