Ma il papa in Gran Bretagna ha davvero accomunato le vittime della pedofilia ai martiri?
Così sembra, a leggere i titoli di corriere.it (“Il Papa: vittime della pedofilia accanto ai martiri“) e di Repubblica.it (“Il Papa a Westminster: le vittime come i martiri”).
In realtà Benedetto XVI ha solamente paragonato LA SOFFERENZA delle vittime e dei martiri. Egli infatti conosce bene lo statuto del martirio cristiano, che é a causa della testimonianza di fede. Sofferenze e dolore provocati da altre cause possono essere altrettanto forti ma non ugualmente santi.
Il giorno seguente poi, in chiusura del suo storico viaggio in Inghilterra è tornato sulle prove che il cristiano di oggi affronta nella sua testimonianza quotidiana al vangelo ed ha aperto la riflessione a un nuovo tipo di martirio, non di sangue ma esistenziale:
“Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia. E tuttavia la Chiesa non si può esimere dal dovere di proclamare Cristo e il suo Vangelo quale verità salvifica, la sorgente della nostra felicità ultima“.
Effettivamente sa di cosa parla, visto le campagne sfrontate da parte di certa “opinione pubblica” che attacca a priori il suo pontificato e le sue scelte.